A lezione da Nas al festival La Prima Estate
Prendete il video del live di Nas, ospite internazionale all'inaugurazione del festival La Prima Estate, nel primo dei suoi due weekend di programmazione al Parco Bussoladomani di Lido di Camaiore, e costringete buona parte della scena rap italiana a guardarlo intensamente. Occhi aperti, fissi su megaschermo, e possibilmente con volumi alti, quasi come una seduta di Alex in "Arancia meccanica". Non sarà certamente come vederlo dal vivo, non restituirà la fiammata che ha riscaldato i quasi 4.000 fan presenti sotto il palco, ma la lezione verrà comunque servita. Tecnica, potenza, stile, empatia, rispetto e amore per la cultura hip hop: the king of New York, il rapper che in 30 anni di carriera, dal suo fulminante esordio “Illmatic” a oggi, è sempre restato rilevante per gli appassionati, è un pezzo di storia.

Tutt’altro che polveroso, è vivo e magnetico. A quasi cinquant’anni il rapper americano si presenta con una formazione a tre, già vista in apertura dei Red Hot Chili Peppers al Firenze Rocks 2022: lui al centro, mentre ai lati si posizionano un dj e un batterista. Fondamentale l’apporto di quest’ultimo che alza il livello del suono e del ritmo, inspessendo tutto il live. Dietro un grande led wall su cui si susseguono immagini della Grande Mela e le cover dei dischi realizzati in carriera. “Represent”, “Hate Me Now”, “One love”, “N.Y. State of Mind”, “The Message”, “Get down” e tante altre scorrono una dopo l’altra: pochissime le pause, infinite le barrate sputate fuori da Nas, che sembra instancabile. Da sottolineare anche la sua capacità, magica, di creare un feeling con il pubblico, senza bisogno di parole di troppo o incitamenti fuori contesto: le braccia al cielo si molleggiano a tempo, poi si salta, si balla, ci si lascia impossessare dal demone scatenato da Nasir Jones, considerato da molti storici dell’hip hop un rapper alla pari di nomi come Biggie e Tupac. Il suo flow è un’onda, come quella del mare della Toscana, a poche decine di metri dal palco del festival.

La Prima Estate, immersa nel verde, a pochi passi dalla spiaggia, con gli alberi che sembrano montati lì apposta per permettere di sdraiarsi a oziare, sprigiona un clima vacanziero. L’aperitivo in musica, al ritorno dalla spiaggia, lo regala Bassi Maestro, che confeziona un dj set di pura cultura hip hop con chicche che vanno da 50 Cent a Mac Miller. Già che ci siamo, facciamo avere anche il video di questa performance ai wannabe del rap italiano perché “le radici sono importanti” direbbe la santa di Paolo Sorrentino ne "La grande bellezza". Spazio poi a Noyz Narcos, accompagnato da Dj Gengis, per un’iniezione di “merda truce”, come la chiama lui. Dai classici scritti vent’anni fa all’ultimo album “Virus”, il rapper romano è una garanzia. Quello di Noyz è un suono oscuro, le rappate sono aggressive come un’orda di cannibali. Il finale con i vari capitoli di “Verano zombie” mischiati fra loro, è esaltante. Senza nulla togliere a Geolier, sul palco dopo l’ex TruceKlan, avremmo preferito lui in apertura di Nas, proprio per la storia che rappresenta.

Il rapper napoletano, chiamato a riscaldare la folla prima dell’ingresso del re di New York, non sfigura: rappa dall’inizio alla fine, mostra tecnica da vendere e regala vari momenti melodici, proponendo diversi brani da “Il coraggio dei bambini”, il suo secondo fortunato album. C’è, però, da lavorare a livello di presenza sul palco, eliminando alcune interruzioni e momenti che spezzano il ritmo in cui si chiede più calore ai presenti, poco prima di scatenare “P Secondigliano”. Con un'immancabile sciarpa napoletana, la voce classe 2000, sul finale, chiama sul palco un bambino del pubblico per cantare insieme, barra su barra, “Come vuoi”. Un bel momento. Vecchia e nuova scuola del rap, vecchie e nuove generazioni, un solo amore: quello per una cultura che quest’anno compie cinquant’anni.